1° classificato
Adriano Scandalitta
Sembra magia
Sembra magia
ritrovarmi sempre
nei tuoi contorni di verde,
nei tuoi spazi lucidati
dall’acqua.
Sembra magia
sentire la carezza del vento
che sfiora lieve
i tronchi lisci dei pioppi.
Sembra magia
sgranare nel palmo
della mano la spiga
prosperosa del riso.
Sembra magia
osservare la brina
danzare leggera
sulle siepi degli orti.
Sembra magia
ritrovarmi sempre sereno
sotto il tuo cielo radioso.
Sembra magia,
questo guardarti, questo vederti
questo lottare,
questo mio sconfinato
amore per te,
Lomellina.
2° classificata
Anna Matera
Il mio paese
È un nido abbandonato
fra i rami di un bosco.
È un nido caldo caldo,
ma perché van tutti via?
Ha tanto sole,
ma non basta il sole!…
È tanto caro, lasciarlo non vorrei.
Tornano i nonni a riscaldarsi
i cuori.
Vanno i giovani in cerca
d’avventura.
3° classificata
Paola Vallegiani
Piccola rosa rossa africana
In questa nuova primavera
voglio gridare al mondo
il rumore delle tue lacrime,
di bimbo africano.
Come fiumi di dolore
sempre in piena,
traboccano
dal nero dei tuoi occhi
nel mare dell’indifferenza.
Voglio gridare il loro suono,
che tutti sentono
e in tanti dimenticano.
Voglio gridare
ma
mi sorprendo a pregare:
che venga a te
il profumo del pane
e la carezza più dolce
a regalarti il sorriso.
In questa primavera
sbocciano, amate,
nei nostri giardini le rose:
prego che tu sia
per tutti
la rosa più rossa
perché tu
oggi erba calpestata
avresti già potuto
essere un fiore.
4° classificata
Marialuisa Cozzi
La mia terra si chiama “Lomellina”
Immersa nel verde della campagna,
stesa sull’erba,
mi perdo con lo sguardo
tra le nubi
che spumeggiano erranti
sopra i campi
turgidi di spighe bionde,
sulle risaie e le marcite,
sui prati verdeggianti.
Un vento leggero
vaga di foglia in foglia
tra i boschi di pioppi,
s’incunea tra i rami
intrecciando con le fronde
un dialogo d’amore.
La brezza mi sfiora i capelli:
ti amo Lomellina,
terra mia e dei miei padri,
terra natia,
opulenta di sole, d’acqua,
di verde, di lavoro, di fatica.
Mentre il sole s’adagia
tra il fuoco dell’orizzonte,
ti sento ancora più mia
con i papaveri occhieggianti
tra il grano dorato
con il garrulo frinire di cicale
e il coro ciarliero di rane e di grilli
che allieta la sera!
5° classificato
Marco Sonzogni
Sotto il cielo di Lomellina
A mamma, papà e Gabriele
S’abbassa l’aereo eseguendo scandite manovre
Ora sotto la gonfia coperta di nubi e di nebbia,
Rivedo i miei campi e i miei tetti e i miei orti.
Penso scendendo ai miei vivi, ai miei morti,
E chiedo al buon Dio la gioia di un altro
Aspettato ritorno: che aperta io trovi
La porta di casa e il ricordo di me
Immutato in chi ho lasciato;
e che tornato per poi
Ripartire, s’accetti
Il mio breve
Restare.
6° classificato
Silvestro Luisi
Poesie
Ho scritto
poesie per
parlare
con il mondo.
La mia voce
assente e sola
aveva bisogno
di comunicare
con l’esterno.
Io chiedo
aiuto al mondo
intero per
non restare
indifferente
e muto.
7° classificato
Gian Pasquale Cossu
La terra natia e i bambini
Radici Profonde
Hanno scavato il passato
Perché quei germogli
Che saranno frutti
Godano di quella luce
Che è loro negata.
8° classificato
Nunzio Di Bernardo
La mia terra natia
Guardando l’ora è quasi l’una:
sto percorrendo il mio lungo viale
quando all’orizzonte mi appare
una coloratissima mezzaluna
che appena salgo le scale
tra foglie d’alberi scompare,
mi trovo dunque sul balcone
con lo sguardo rivolto al cielo
semicoperto da un immenso ma sottile nuvolone
che alle stelle fa da velo
mentre d’istinto scorgo Capri beata riposare
tra i lucidi rami d’un melo
ed intanto non sento più forte il rumore del mare,
che dopo una tempesta che avviene di raro
è ormai calmo e me ne accorgo all’attraversare,
un’illuminata e suggestiva Marechiaro,
d’una nave o traghetto che sia
che giunti, questi, nei pressi della lanterna
da poppa fuoriesce una candida scia
mettendo in risalto una luce materna…
che bel posto la mia terra natia.
9° classificata
Daniela Raimondi
Roma Termini
Il traffico ruggiva in duri ingorghi di dolore
e noi rubavamo al vento anche quell’ultimo germoglio di dicembre.
Ma tu abbracciami ancora amore mio, ancora e sempre.
Graffiami ancora l’anima di desiderio e pena.
Ah! Questa nostra storia dolcissima e spietata
che ci portiamo addosso come un peso al cuore,
che colpirà di nuovo, là,
dove la vena è fertile,
e violento l’amore sgorga all’improvviso dalle ferite aperte!
Sul treno l’angoscia mi stringeva i polsi.
Con dita disperate toccai il tuo viso dietro il cristallo freddo,
baciai quel vetro sporco,
urlai il tuo nome che non aveva eco.
Ma tu non mi sentivi amore mio
ed il dolore colava come sangue su quella porta chiusa.
Morivamo insieme fissandoci negli occhi,
scavando muti in quei nostri sguardi dilatati.
Poi i treni gemettero impazziti nel tramonto
portandomi lontano,
cieca di te,
a perdermi per sempre nei grigi labirinti di Natale.
10° classificata
Emilia Motta Alysakys
Calabria mia
Calabria mia, calor di passione,
che sull’aperto mare, tendi
le tue braccia in fiore, all’itala madre.
Fra le tue sponde, come perla al sole,
s’apre il ceruleo golfo in fervore di lontane mete…
Calabria mia, che lieta garrisci ai venti del Sud
nel serto di conche dorate e fiorenti.
Tu profumi di zagare e di spirti gentili.
Calabria mia perduta, qualcuno, qualcosa,
mi fanno ancor tua nel tempo e nel sogno:
ti sento, ti vivo, sei mia…
S’imbeve il mio cuore di te,
come allora si scalda al tuo cielo d’amore!
SEZIONE RAGAZZI
1° classificato
Riccardo Dellosta
Aspettando…
Il debole vento
muove i verdi steli del riso,
gracidano le rane
al sole infuocato
che lentamente si immerge
nella rosata foschia,
i grilli saltano qua e là,
le cicale con il loro canto
riempiono la calda aria del pomeriggio.
Io lì con la canna da pesca
ad attendere solitario,
di fronte a me
un vecchio noce
ormai secco, senza foglie
si staglia nell’aria umida
e come me si rispecchia
nell’acqua della roggia
aspettando qualcosa
che forse nemmeno lui sa.
2° classificata
Arianna Rossini
La Lomellina
La Lomellina
è una calda
tavolozza
di pittore contadino.
La riempie
con pochi, poveri colori.
ci mette il marrone
del suo viso abbronzato,
il verde
della speranza di un buon raccolto,
il giallo
del raccolto ormai maturo,
il senape
del fieno profumato,
il rosso
del tetto della cascina in lontananza,
l’arancio
della sua fatica.
Solo questo mette
perché solo di questo
è fatta
la mia cara,
adorata
Lomellina.
3° classificata
Serena Valle
Un Angelo
Vorrei incontrare un Angelo,
per domandargli
cosa c‘è oltre
l’infinito.
Vorrei incontrare un Angelo,
per chiedergli
se un albero perde
le foglie per tristezza.
Vorrei incontrare un Angelo,
per domandargli
se la vita
è venuta sul mondo per dargli un senso.
Vorrei incontrare un Angelo,
per chiedergli
quante stelle
rallegrano i cuori delle persone.
Vorrei incontrare un Angelo,
per dirgli
di non svelarmi mai questi segreti
perché l’ignoranza è parte dell’uomo.